Durante il periodo degli attentati terroristici in Francia, si ravvivò lo scontro fra due assolutismi: da una parte chi non esita a sgozzare chiunque mostri l’immagine del profeta Maometto e dall’altra chi non esita a mostrare l’immagine del profeta Maometto per ostentare il diritto alla libertà di opinione.

In entrambi gli atteggiamenti non appare esistere alcuna tolleranza, poiché da una parte c’è il dettame della fede religiosa, e dall’altra il valore del secolarismo e delle libertà conquistate dopo lunghe battaglie contro il giogo delle imposizioni religiose.

Ciò che è incredibile è come da entrambe le parti, milioni di persone ragionevoli e rispettose delle altrui opinioni siano forzate allo scontro da alcuni estremisti animati non certo dal desiderio di progresso e benessere collettivo.

In realtà gli estremisti si trovano in ogni comunità, sicuramente hanno il diritto di esistere e di avere una qualche funzione di stimolo dialettico, ma certamente non quella di occupare posizioni di rilievo e tanto meno di leadership. Mancano in loro la moderazione e l’empatia, che permettono di mettersi nei panni altrui e comprendere così le ragioni e i punti di vista “dell’altro”. Essi sono spesso animati da una forte ambizione personale, che abilmente camuffano come zelo religioso o ideologico.

Prima di seguire qualcuno nell’avventura distruttiva dell’estremismo, bisognerebbe verificare se l’aspirante leader sia capace d’interpretare tutto, e specialmente le limitazioni e le peculiarità di ognuno, con gli occhi della benevolenza, e gestire il potere non in modo dogmatico e/o autoreferenziale, ma tenendo in conto le imprevedibili circostanze della vita umana.

Ci sono ben poche cose al mondo, infatti, che possano essere considerate “infallibili” e “non modificabili” ed è probabile che vengano considerate come tali per dogmatismo, vuoi di stampo religioso o per complesso di superiorità culturale, in barba alla miriade di cambiamenti costanti che intercorrono nella società anche in brevissimo tempo!

I codici sociali non sono immutabili dovrebbero essere rivisti affinché possano mantenere un parallelismo con l’evoluzione sociale e servire con efficacia gli esseri umani. Invece le verità spirituali e i principi etici non cambiano, essi sono da intendersi come una guida, una stella polare di riferimento nell’oscurità, che accompagna il cammino, individuale e collettivo verso la luce.

Dada Ganadevananda