Fra le tante sfide che dobbiamo affrontare nella vita, ne esiste una che forse sovrasta le altre in termini d’importanza, perché influenza sia la qualità della nostra esistenza (e indirettamente anche quella di coloro che dipendono da noi), sia la nostra capacità di crescere umanamente, socialmente e spiritualmente.
Mi riferisco al nostro essere coraggiosi, specialmente in termini morali. Questa caratteristica fa un’enorme differenza in quasi tutto ciò che intraprendiamo nella vita. Essendo, infatti, inevitabile incontrare ostacoli sul proprio cammino, sono proprio il coraggio e la sicurezza di se che ci permettono di affrontarli e superarli nel migliore dei modi.
Trovare soluzioni ai problemi che ci assillano dipende in larga parte dalla nostra chiarezza mentale e determinazione. Nessuna di queste due qualità può attivarsi a sufficienza nella condizione d’incertezza causata dalla paura e dalle tante superstizioni che questa genera nella mente individuale.
Capita spesso di testimoniare situazioni in cui una persona, per paura d’affrontare chi la opprime, passa la vita a tollerare un abuso. Affrontando invece il proprio ‘aguzzino’, che tende a essere un bullo e quindi fondamentalmente un codardo, potrebbe liberarsi dalla terribile condizione di sottomissione psichica, e cominciare a vivere con dignità e amor proprio.
In assenza di coraggio, anche la sola idea di lottare per la propria libertà (libertà di essere se stessi), provoca una totale paralisi psicofisica, e la soppressione non solo di tutte le proprie qualità e competenze, ma anche delle tante innate potenzialità che si celano in ogni essere umano, inibendo altresì la naturale tendenza della mente a espandersi e crescere a 360 gradi.
Che cos’abbiamo da perdere a essere coraggiosi? La vita? Improbabile nella società in cui viviamo. Il lavoro? Davvero vogliamo lavorare per qualcuno che ama sottometterci? L’amore di qualcuno? Decisamente no! Se c’è amore, non può esserci sottomissione.
Sottomettersi alla violenza, in qualsiasi forma e intensità essa si esprima, non la riduce ma la aumenta. Infatti il bullo e il violento si sentono autorizzati a infierire su chi li teme; per cui forse è molto meglio affrontarli e subire anche qualche violenza nel farlo, o comunque agire per sottrarsi all’abuso. Ma è fondamentale riconquistarsi la propria dignità e indipendenza, e paradossalmente anche il rispetto di chiunque si arroghi il diritto di abusare il prossimo.
La nostra vita è come noi la disegniamo, ogni giorno e ogni momento. Dovremmo ricordarci che gli ostacoli sul nostro cammino sono quelle enormi cose che vediamo solo quando perdiamo di vista il “semplice essere noi stessi”.
Dada Ganadevananda