Esiste sempre una connessione, un filo conduttore, tra la scelta qualitativa dei nostri pensieri, la maniera in cui li esprimiamo verbalmente, e come agiamo di conseguenza. Dal sottile parallelismo fra queste tre dimensioni dipende la qualità della nostra vita.

Per qualità si intende non solo il successo materiale e sociale, che è di natura transiente, ma soprattutto il benessere interiore, la pace mentale e il senso d’integrità morale che è anche alla base del nostro progresso spirituale.

Arrivati alla stazione della vita consapevole, infatti, scopriamo che non siamo noi a decidere la nostra destinazione: in base al nostro grado di maturità spirituale, possiamo invece scegliere il treno da prendere. Potrebbe essere il treno locale della gratificazione sensoriale e materiale che ferma a tutte le incarnazioni, o il direttissimo delle pratiche yogiche e del servizio altruistico.

Shrii Shrii Anandamurti spiega che esistono due tipi di sentieri percorribili: nel primo le difficoltà s’incontrano all’inizio, ma una volta superate queste, si avanza in tranquillità verso la meta; nel secondo, invece, si parte senza preoccuparsi di niente, ma inevitabilmente le difficoltà arrivano alla fine. Sicuramente in questa era d’ignoranza e scarsa consapevolezza individuale e collettiva, un vero sentiero spirituale è alquanto difficile e controcorrente da imboccare e percorrere.Gli ostacoli insidiosi in esso disseminati, sono superabili solo se si rimane coerenti con se stessi.

D’altra parte è naturale che, proprio come una rosa è protetta dalle spine, anche il tesoro dell’illuminazione spirituale preveda dei test atti a verificare il possesso dei requisiti necessari per poterla ricevere, apprezzare e utilizzare per il benessere universale.

Ecco, questo è il bivio che ci si presenta davanti quando diventiamo consapevoli di star cercando una risposta alle domande esistenziali che affiorano dal profondo della nostra coscienza, quando sentiamo quella strana e sottile insoddisfazione interiore che rende banale il luccichio della vita materiale, e quando invece fremiamo intravedendo anche solo la penombra di quella forza interiore che possediamo, necessaria per realizzare quella società umana spiritualmente illuminata che possiamo e dobbiamo diventare.

Dada Ganadevananda