Shrii Shrii Anandamurti (fondatore dell’Ananda Marga nel 1955) ha spesso usato l’esempio dell’umiltà del filo d’erba, come modello da seguire per essere delle brave persone (il filo d’erba anche se viene schiacciato tende a ritornare lentamente nella posizione originale). L’umiltà è fondamentale specialmente per uno spiritualista perché è cosi facile sviluppare sensi d’infondata superiorità, basta sapere qualcosa in più o avere qualcosa in più degli altri, per sentirsi di contare di più, di avere più diritti, spesso anche a scapito di quelli altrui.
L’erba è anche alla base della catena alimentare del mondo animale e quindi è stata ed è fondamentale anche per l’esistenza e lo sviluppo dell’umanità Questa utilità del filo d’erba si potrebbe paragonare all’anonimo contributo delle innumerevoli persone sulle cui spalle si regge il funzionamento della società umana: i produttori di cibo, gli educatori dei bambini, gli esperti manutentori della rete elettrica…funzioni, fra le tante, da sempre scarsamente riconosciute.
Avendo una maggiore consapevolezza, le brave persone intuiscono che la salute, l’intelligenza, la conoscenza e gli averi materiali, sono un dono prezioso ma su base temporanea. Non avevamo e non sapevamo niente quando siamo nati e non tratterremo niente di tutto questo quando moriremo, se non l’amore che abbiamo sviluppato ed espresso verso la Vita e le sue tante manifestazioni con le quali siamo entrati in contatto.
Quanto ispirante è il servire con assoluto altruismo uno sconosciuto in difficoltà, riconoscendolo e riconoscendosi come parti inseparabili e costituenti la fratellanza universale. L’altruismo è una qualità davvero umana, una fondamentale componente che ha aiutato l’umanità a evolversi e superare grandi ostacoli.
Le brave persone possono e vogliono andare oltre gli istinti atavici e le insicurezze non più giustificate dalla vita di oggi, liberandosi altresì di quei sentimenti limitanti che da quegli istinti sono generati e amplificati. Questo è possibile sicuramente grazie alla razionalità, che è in grado di dimostrare l’infondatezza, inutilità o dannosità di tanti atteggiamenti e abitudini comuni; ma è possibile anche con la ricerca dell’essenza, la ricerca di cosa è veramente. necessario per essere in pace con noi stessi e con gli altri.
Per questo bisogna sviluppare la capacità di sintesi attraverso le pratiche yogiche (dette anche pratiche intuitive), uno strumento semplice, alla portata di tutti e di inestimabile valore. Molti praticanti, visti gli enormi benefici, ritengono che in futuro la pratica yogica sarà universalmente riconosciuta come fondamentale per il benessere e lo sviluppo a tutto tondo dell’umanità.
Un mistico indiano ha addirittura predetto che, quando gli scienziati abbracceranno lo stile di vita e la pratica yogica, acquisiranno l’intuizione necessaria per scoprire tali e tanti segreti dell’universo da produrre un salto quantico in avanti in termini di conoscenza scientifica.
Noi che scienziati non siamo, abbiamo il ruolo di dimostrare i benefici dello yoga e meditazione a chi crede solo a ciò che vede, e in tal modo contribuire al futuro dell’umanità. Per questo dobbiamo tirare fuori il meglio di noi stessi attingendo dal profondo l’ispirazione e l’amore creati dalla pratica, per condividerli liberamente con tutti. Poiché questi sentimenti positivi sono di natura infinita, non corriamo il rischio di restarne noi senza, anzi più condividiamo, più saliranno in superfice e si manifesteranno nel nostro essere.
Dada Ganadevananda