Ogni società ha bisogno di regole condivise per funzionare in armonia. Da sempre sono stati sviluppati codici più o meno sofisticati per soddisfare tale bisogno collettivo. Il problema però è sempre stato lo stesso: come assicurare che tali leggi siano a favore di tutti i membri della società e non solamente a favore di coloro che appartengono alla classe sociale dominante o che ha il potere di legiferare?
Nella società attuale, per esempio, domina il potere della classe imprenditrice. Attraverso le sue svariate lobby, influisce sulla creazione di leggi utili a proteggere ed espandere i suoi interessi economici. Si sa, infatti, che per vincere le elezioni ci vogliano ingenti risorse economiche. Quindi i capitalisti ‘investono’ denaro a tutti i livelli di governo, dalle amministrazioni locali a quella nazionale, per aiutare quei candidati (rappresentanti del popolo) pronti a ricambiare il favore, assicurando loro l’accesso al potere costituito.
Non a caso stiamo vivendo un periodo di storica diseguaglianza economica in cui il distacco numerico e la concentrazione di ricchezza fra chi ha e chi non ha non è mai stato così grande. Questo è da imputarsi appunto alle leggi che tutelano gli interessi di quei pochi che detengono il grosso della ricchezza, a scapito dei tanti che la ricchezza la producono con il proprio lavoro (volutamente!!) poco riconosciuto nella società, e quindi sottopagato.
Le norme sociali dell’Ananda Marga, invece, non fanno alcuna distinzione tra una persona e l’altra, assicurando che tutti, a prescindere dal genere, dall’etnia e dallo stato sociale cui appartengano, abbiano la possibilità di poter influire responsabilmente sulla vita collettiva. Sarebbe inoltre opportuno che i principi delle leggi della società, siano in linea con il fondamentale anelito spirituale degli esseri umani.
Quest’approccio serve a sviluppare l’idea dell’unicità dell’intera umanità: nessuno può essere emarginato o punito in modo che non possa riformarsi, e nessuna persona deve essere indebolita, oppressa o sfruttata dagli altri. Questa ideale società è sempre stata sognata dai moralisti. Purtroppo nella storia umana non è stato mai proposto un modello sociale ed economico (dall’approccio pratico) valido, la cui applicazione potesse realizzare una vera crescita morale e spirituale degli individui.
Tale innovazione è solo possibile attraverso una rivoluzione nella sfera mentale e spirituale di ognuno. È necessario infatti giungere alla consapevolezza che, tra le varie esperienze della vita, la conoscenza di se stessi (del proprio corpo, mente e spirito) deve essere realizzata parallelamente alla conoscenza del mondo fisico. Non ha alcun senso dunque sfuggire alle responsabilità della vita (lavoro, famiglia, impegni sociali, hobbies, ecc.) perché in realtà esse sono un requisito essenziale per il progresso spirituale di ogni individuo, e spiritualmente parlando questa è un’idea rivoluzionaria.
L’Ananda Marga suggerisce la pratica yogica (quale mezzo di autoconoscenza) a tutte le persone. Senza prima un progresso individuale, non può esserci un movimento consapevole collettivo che incarni la visione condivisa di un futuro utile e ispirante per lo sviluppo a tutto tondo dell’umanità.
Dada Ganadevananda