Continuando con la lista di qualità o atteggiamenti che ci aiutano a diventare persone ideali, non può mancare quella che Shrii Shrii Anandamurti indica come la scelta di resistere all’impulso del nostro ego di reagire immediatamente quando qualcuno a torto o a ragione ci attacca.

Pure in questo caso Shrii Shrii Anandamurti usa un esempio del mondo della natura, l’albero. L’albero, ben radicato in profondità, grazie alla sua flessibilità tende ad assecondare le forze della natura che minacciano la sua esistenza, scaricando la forza del vento invece di opporcisi.

Anche gli esseri umani sono spesso soggetti a pesanti sfide esterne e, anche in questo, caso la flessibilità, la pazienza e la moderazione sono di grande aiuto; al contrario la rigidità, l’impulsività e il contrattacco a tutti i costi causano ripercussioni negative per se stessi e per tutti gli interessati (anche a lungo termine).

Resistendo alla tentazione di difendere per forza il proprio ego ferito, infatti, si sviluppa una speciale forma di stamina che aumenta la sicurezza in se stessi e la propria forza d’animo. Questa capacità rafforza inoltre il nostro sistema nervoso, fortificando i nostri cakra, il cervello e l’intelletto, rendendo dunque più facile affrontare e risolvere le sfide della vita.

Controbattere a un ingiusto commento, quindi, potrà forse darci una soddisfazione immediata, ma non ci aiuterà a svilupparci come esseri umani, e nemmeno aiuterà la controparte: raramente i muro contro muro portano a una maggiore comprensione e un futuro migliore per tutti, al contrario spesso causano proprio l’opposto.

Qualcuno potrebbe erroneamente equiparare questo tipo di atteggiamento con il ‘porgere l’altra guancia’, invece è un approccio pro-attivo suggerito da Buddha: rispondere a qualcosa di negativo con il suo opposto positivo. Per esempio rispondere con la generosità all’avarizia, con la compassione alla malvagità, con l’onestà alla disonestà, con la compostezza alla rabbia, tenendo sempre in mente che, colui che davvero ama se stesso, non può far del male agli altri.

Shrii Shrii Anandamurti raccontò che Buddha rispose con implacabile calma e pazienza agli abusi verbali di un uomo. Egli infatti comprendeva che colui che abusa, si sente felice e incoraggiato solo se scopre che la sua vittima è turbata dall’abuso. Quindi Buddha disse all’uomo: “Supponi di voler dare qualcosa a qualcuno e che lui la accetti; quindi la proprietà della cosa è trasferita al destinatario, non è vero? ” L’uomo annuì. Buddha continuò: “E se la persona rifiuta l’offerta, la cosa non sarà forse restituita al suo proprietario?” L’uomo annuì di nuovo. Buddha concluse dunque dicendo: “Ebbene tutte le parole dette da te non sono state accettate da me!”

Non sempre dunque l’istintiva reazione è il percorso migliore. Come succede in tante situazioni della vita, spesso l’effetto immediato è in conflitto con quello secondario che è a più lungo termine. Pertanto è necessario portare pazienza e avere l’accortezza di valutare le situazioni con calma, rispondendo a qualsiasi sfida con saggia determinazione e per il benessere di tutti.

Quest’approccio è più realizzabile se ci ricordiamo che nulla succede per caso, e che anche quella sfida o elemento di disturbo è in realtà una possibilità di miglioramento “mascherata”, che in ultima analisi serve ad aiutarci a progredire, e a renderci esseri umani più forti internamente.

Dada Ganadevananda